Gli studi eseguiti per confrontare le diverse tecniche di spazzolamento dei denti, evidenziano che non ci sia una differenza rilevante tra una tecnica e l’altra. L’igienista, secondo le condizioni anatomiche dentali e la qualità dei tessuti gengivali, indica una tecnica efficace e che soddisfi le capacità del paziente.
L’obiettivo rimane unico: riuscire a rimuovere la placca batterica da tutte le superfici dentali e maggiormente dal margine gengivale, evitando di recare danno ai tessuti stessi. Per imparare a pulire bene i propri denti si consiglia l’uso di coloranti (rivelatori di placca) che consentono di valutare, anche a domicilio, l’efficacia del proprio metodo di spazzolamento.
Al raggiungimento di un indice di buona igiene orale, cioè compatibile con la salute di denti e gengive, uno o due spazzolamenti quotidiani sono sufficienti. Durante le fasi d’apprendimento e di terapie odontoiatriche saranno date indicazioni variabili secondo le diverse necessità.
Si premette, che più dello spazzolino è importante “come” si lavano i denti, anche se un buon strumento “di lavoro”, può aiutarci e migliorare le nostre capacità.
Si consigliano degli spazzolini con una testina adeguata alla grandezza della bocca, con un manico anatomico per facilitare la presa, un collo sottile per consentire di manovrare bene la testina all’interno della bocca, i filamenti in materiale sintetico, con punta arrotondata e con una consistenza medio-morbida.
Lo spazzolino deve essere strofinato su denti e gengive, perciò è molto importante non usare strumenti che possano risultare aggressivi e ledere i tessuti.
Lo spazzolino deve essere sostituito ogni due-tre mesi, conservato all’aperto e tenuto separato da altri spazzolini.
La pulizia degli spazi interdentali, non è solo un complemento dell’igiene orale o una misura per eliminare i residui di cibo incastrati, ma una premessa indispensabile per mantenere la salute di denti e gengive.
La placca batterica inizia la sua formazione negli spazi interdentali, maggiormente nei settori posteriori, e poi si distribuisce sulle altre superfici dei denti.
Studi clinici hanno dimostrato che uno spazzolamento accurato dei denti non è sufficiente per rimuovere la placca che si deposita negli interstizi.
Pulire quotidianamente gli spazi interdentali è quindi molto importante per mantenere sani denti e gengive. Oggi esistono molti strumenti specifici, l’igienista potrà consigliare il presidio adatto alle condizioni anatomiche degli spazi interdentali ed alle esigenze e capacità manuali di ogni paziente.
Sulla lingua vivono normalmente diverse specie batteriche con funzioni anche benefiche per il nostro organismo, ma quando la lingua tende a trattenere più batteri della norma è bene pulirla. La lingua deve essere pulita quando: diviene biancastra e patinosa, presenta delle fessure sulla parte dorsale, le papille superficiali formano delle rilevanti prominenze e infine quando si effettuano dei trattamenti alle gengive. Mantenere la lingua pulita rallenta la formazione della placca batterica sui denti e rientra nel trattamento dell’alitosi.
Come pulire la lingua
Usando appositi strumenti chiamati “grattalingua” (attualmente poco reperibili in commercio) o in alternativa uno spazzolino da denti con la seguente procedura: si tira fuori la lingua fino a vedere la parte posteriore, si esegue un delicato spazzolamento con movimento da dietro verso avanti per circa 30 secondi risciacquando frequentemente lo spazzolino.
Le prime volte che si esegue la pulizia della lingua, bisogna prestare attenzione a non provocare il riflesso del vomito, ma l’alito fresco e la sensazione di bocca pulita che lascia questa pratica, ripaga i fastidi iniziali.